Sunday 25 May 2014

And so it begins...

Credo che descrivere la situazione sociale dell'Italia sia uno spreco di tempo.. Sopratutto per il fatto che ne siamo tutti perfettamente al corrente, ma anche perchè chiunque stia leggendo è molto più interessato a sapere come liberarsene piuttosto che entrare nello specifico della sua condizione.
La nostra storia inizia più o meno così: come usciamo da questa situazione? Come facciamo a tirare fuori il meglio dal poco che abbiamo per usarlo allo scopo di crearci una prospettiva migliore? È presto detto.. Presto, ma di sicuro non in breve.

Quando lavori sempre in bilico, senza sapere cosa ti succederà domani, la prossima settimana, il prossimo mese, il prossimo anno, perchè l'azienda per cui lavori si riserva il diritto di considerarti un semplice bene di consumo, smetti di pensare al tuo futuro e inizi a pensare semplicemente a come arrivare alla fine della settimana. Tutti ci siamo passati, chi più, chi meno, tutti sappiamo cosa significa doverlo spiegare alla propria famiglia, figlia di un sistema lavorativo basato su quelli che ora sono miraggi: Il tempo indeterminato, il lavoro in orario di ufficio, il week end con la famiglia.. Molti di noi si sono sentiti fare discorsi del tipo "Devi farti rispettare!! Digli di no!! Fai vertenza!!" o qualcosa sul genere "Ma stai cercando qualche altra cosa? Hai spedito qualche curriculum? Perchè non compri qualche giornale di annunci?"

Il fatto è che il lavoro non c'è, se c'è è un lavoro infame, sottopagato, in nero o comunque senza tutele, senza riconoscimenti, senza nessun genere di possibilità di carriera. Quando  la situazione non è così pessima, resta comunque estremamente precaria, anche nella più rosea delle situazioni, quella in cui dopo la scritta "Inquadramento contrattuale" sulla tua busta paga figura "tempo indeterminato". Infatti l'Italia è il paese in cui un'azienda può decidere di separare i suoi rami, ripartendo il personale in modo da potersi permettere ai termini di legge di ridurne gli effettivi a propria discrezione, a prescindere dal loro inquadramento. È difficile spiegare una cosa del genere a qualcuno che, tutto sommato, ha lavorato per la maggior parte della propria vita in non più di un paio di aziende. "Papà, mi hanno licenziato" "E perchè?? Con quale motivazione?" "Non hanno più bisogno di avere una motivazione.."

E qui casca l'asino.

Ho lavorato per tre anni come installatore in un'azienda di telecomunicazioni, che mi ha assunto prendendo per i capelli uno di quei contratti di apprendistato fatti per gli studenti appena diplomati o laureati, e che non può essere proposto a persone al di sopra dei 29 anni. La mia età all'epoca.
Grandi promesse di serietà, di impegno a farmi maturare professionalmente, garanzie che il rapporto di lavoro, se mi fossi dimostrato capace, non avrebbe avuto ragioni per non proseguire a tempo indeterminato come previsto dalla legge.
Dopo circa due anni e mezzo, avevo ormai capito che la situazione era totalmente diversa: L'azienda, ovviamente, pensava in termini di guadagno economico, come è giusto per ogni azienda che si rispetti, quindi, potendo contare su contratti che non richiedono manodopera particolarmente specializzata, non aveva nessun interesse ad assumere a tempo indeterminato più persone dello stretto necessario.. Quindi è stato deciso che, per ragioni di ridotta mole di lavoro o, per citare il mio ex datore di lavoro, "perchè lo sai, c'è la crisi..", il nostro rapporto di lavoro è stato bruscamente interrotto.
Potrei lamentarmi del fatto che è successo con circa 3 giorni di preavviso rispetto alla scadenza del suddetto contratto, potrei decidere di fare polemica sulla natura strettamente personale che ha guidato questa scelta, potrei dire che nessuno dei colleghi di maggiore esperienza con cui ho avuto il piacere di lavorare sono mai stati consultati sul mio rendimento. Non lo farò.

Per fortuna, già da diversi mesi avevo iniziato ad approfondire le modalità attraverso le quali potesse essere possibile iniziare a lavorare in Australia, che mi era stata descritta come un paese di opportunità, con lavoro in abbondanza e tante prospettive per chi fosse stato abbastanza volenteroso da guadagnarsele. In realtà, è iniziato tutto nel modo in cui probabilmente comincia per tutti, il buon vecchio passaparola: amici o parenti di amici che ci vivono e raccontano di quanto sia bello, invitano a raggiungerli, a fare il salto, a provare.

Ho scoperto cos'è un Working Holiday Visa, ho cercato di capire come si ottiene, cosa garantisce, che vita fa chi arriva con quello e come si fa, poi, a restare per il resto della propria vita.. Ho capito che non era affatto una storia semplice, ma tra i mille pezzi di informazione, le centinaia di forum, i riferimenti fatti da tante persone, ho scoperto che c'era un'altra opportunità: le SOL. Le famigerate Skilled Occupation Lists, le Liste di Professioni Specializzate, che, qualora la propria professione vi rientri, permettono di richiedere un Visto permanente, un permesso cioè, di rimanere nel paese per sempre, senza vincoli di tempo, a determinate condizioni.

E la mia professione c'era..

Pierfrancesco

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